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Arrampicato su uno dei tubi che reggono la stella di David e la grande scritta blu sul tetto della sede dell’ospedale Israelitico del Trullo. Maniche della camicia arrotolate, barba di qualche giorno, pochi fogli di appunti in mano. Così Antonio Mastrapasqua, il direttore generale della struttura indagato per falso nello scandalo delle cartelle cliniche gonfiate, si è presentato davanti ai cento dipendenti che ieri pomeriggio si sono riuniti per conoscere il loro futuro. E, soprattutto, quello del loro posto di lavoro, appeso alle decisioni della Regione: tutti ora sperano che non venga revocato l’accreditamento.
Il manager ha spiegato che attende con fiducia l’udienza di mercoledì al Tar del Lazio. «I giudici amministrativi ci hanno dato ragione sette volte e hanno bacchettato la Regione, con cui non si può certo dire ci sia un atteggiamento di empatia», ha detto riferendosi alle pronunce con cui i magistrati di via Flaminia hanno sospeso i provvedimenti che obbligavano l’Israelitico a restituire alla Regione più di 35 milioni di euro. Poi, il commento sugli ultimi controlli e il continuo tira e molla per l’accreditamento delle tre sedi dell’ospedale: «Per noi è come un film dell’orrore. Non ho dormito la notte pensando a voi
lavoratori». (…) Continua a leggere su www.repubblica.it