(Superabile.it)
Se ne parla da più parti come di una “buona notizia”, ma non tutti la considerano tali: l’arrivo in Italia delle “ferie solidali”, sancito ieri dall’approvazione dell’emendamento al “Job Acts” da parte della commissione Lavoro del Senato, innesca immediatamente le reazioni di chi, soprattutto, dovrebbe beneficiarne. Grazie a questo provvedimento, infatti, i genitori di minori gravemente malati o disabili potranno godere delle ferie eccedenti di colleghi “solidali” che vorranno cederle loro. Il testo, in particolare, prevede “il riconoscimento, compatibilmente con il diritto ai riposi settimanali e alle ferie annuali retribuite, della possibilità di cessione fra lavoratori dipendenti dello stesso datore di lavoro di tutti o parte dei giorni di riposo aggiuntivi spettanti in base al contratto collettivo nazionale in favore del lavoratore genitore di figlio minore con necessità di presenza fisica e cure costanti per le particolari condizioni di salute”.
Due quindi i “requisiti” richiesti per accedere a questa nuova possibilità, ispirata al modello francese: per il “donatore”, la condizione è che abbia ferie “eccedenti” rispetto al contratto nazionale di riferimento; per il “ricevente”, che abbia un figlio minorenne gravemente malato o disabile e bisognoso di cure costanti”. Su quest’ultimo punto, in particolare, “siamo di fronte alla solita platea indefinita di disabili – commenta Maria Simona Bellini, presidente del Coordinamento nazionale famiglie disabili – Chi sono i ‘minori inclusi nel provvedimento e quali invece gli esclusi? Gli autistici ne fanno parte? I bambini Down? I paraplegici? E poi, perché limitarsi ai minori? Forse un figlio diciottenne gravemente disabile non ha bisogno di una continua assistenza? Il rischio è che si scateni la solita ‘guerra tra poveri’. E il sospetto è che alimentare questa guerra serva a distogliere l’attenzione dai diritti”. (…) Continua a leggere su www.superabile.it